Gentilissime Colleghe,
Gentilissimi Colleghi,
in un momento in cui l’Avvocatura è disorientata, disillusa e fortemente divisa, solo su un “Tema” vi è una convergenza di convinzioni, ancorché molto critiche e negative.
Nell’immaginario collettivo della Categoria, la Cassa Forense – che, di fatto, dovrebbe essere la “Banca” ed il sostegno previdenziale degli Avvocati – è percepita come un’Istituzione che vive “su Marte”, che non comunica, che dà pochissimi servizi (e li dà male) e non sente il bisogno d’inventarsi soluzioni emergenziali di effettivo ausilio per i Colleghi.
Questo nella migliore delle ipotesi.
C’è, poi, una larghissima parte dell’Avvocatura che, addirittura, la considera una “Istituzione nemica”, che tanto toglie e nulla dà.
La Categoria Forense, come è noto, è sempre stata esclusa dalla “Politica”.
Ogni Governo degli ultimi 30 anni ha affrontato il tema della Giustizia in modo incapace e negligente, escludendo volutamente gli Avvocati da ogni tavolo di concertazione, rottamando l’accesso alla Giustizia stessa, mortificando e comprimendo il primario diritto alla difesa del Cittadino, consacrato dall’art. 24 della Costituzione.
La nostra Categoria, è forse l’unica, che non ha mai avuto un incentivo fiscale, un aiuto governativo, ed oggi è stritolata dalla crisi economica, nonostante tantissimi Avvocati continuino – con un coraggio ed una appassionata dedizione – a svolgere la propria funzione sociale, volta alla difesa dei valori fondamentali della Costituzione.
Ma se dall’”esterno” non abbiamo ricevuto nulla e siamo stati devastati da Leggi e Decreti che hanno lasciato la Categoria esanime, dobbiamo pure rilevare che dal nostro “interno” abbiamo sofferto un’inerzia ed una incapacità delle nostre Istituzioni che, forse, risultano più dolorose dell’indifferenza della “Politica”.
Mentre altre Categorie lavorano per lo sviluppo di iniziative assistenziali, che implementino la penetrazione più forte nel mercato del lavoro, con servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio, con finanziamenti a condizioni economiche agevolate, con progetti di inclusione sociale e finanziaria, con nuove discipline del microcredito e del macrocredito per la crescita, con operazioni di finanza e mutualistica solidale, la Cassa Forense resta – per la stragrande maggioranza degli Avvocati Italiani – un “Burosauro” che viene considerato un nemico spietato.
Ma le cose come stanno?
Moltissimi Colleghi dicono “malissimo”……
E’ stato Approvato dal Comitato dei Delegati, in data 9 gennaio 2015, il nuovo Regolamento per assistenza della Cassa Forense, annunciato – peraltro – con enfasi dall’attuale Presidente Avv. Luciano.
Da molte Associazioni Forensi, territoriali e nazionali, tra le quali anche AFEC ed MF, erano stati chiesti significativi interventi emergenziali.
Di nuovo c’è stato solo l’aumento dello stanziamento da 20 a 60 mln di euro, a fronte di un attivo di bilancio di oltre un miliardo di euro.
Ma i campi di intervento rimangono, nonostante i ridondanti annunci della Cassa, gli stessi: intervento per straordinari bisogni individuali, assistenza alla salute, polizza a favore degli iscritti, assistenza alla genitorialità.
Nulla di nuovo da 30 anni.
Nulla di straordinariamente emergenziale come, viceversa, la drammatica situazione che vive l’Avvocatura, oggi, imporrebbe.
Sul campo degli interventi a favore della Professione, ove era state preannunciate “faville”, risultano, viceversa, vacue e confuse promesse.
Lo schema riporta due tipologie di interventi:
a) a favore degli iscritti: assistenza indennitaria, convenzioni stipulate per ridurre i costi ed agevolare l’esercizio della professione; agevolazioni per accesso al credito, anche mediante cessione quinto della pensione; agevolazioni per la concessioni mutui, contributi o convenzioni asili nido e scuole materne;
b) a favore dei giovani: agevolazione accesso al credito per avviamento studio professionale o per costituzione studi associati/ società di professionisti; corsi di formazione; borse di studio a favore dei percettori di pensioni di invalidità: contributi per attenuare difficoltà esercizio professione.
Ad oggi, la Cassa vanta:
1) un servizio helpdesk praticamente inaccessibile;
2) un sistema sanzionatorio per i ritardi contributivi definito giustamente “vampiresco” da migliaia di Colleghi;
3) la totale assenza di moratorie per le difficoltà di regolare contribuzione;
4) la assenza di interventi diretti per la agevolazione della Professione, rimesse ad un sistema di “convenzioni” di scarsa penetrazione e ad altissima burocratizzazione, in alcuni passaggi addirittura incomprensibile;
5) la destinazione di risorse enormi ad investimenti fuori dall’attuale contesto sociale, che appaiono alla maggioranza degli Avvocati operazioni di “Finanza siderale”, che viene spiegata in modo criptico, lasciando agli Iscritti dubbi e perplessità evidenti;
6) nessun provvedimento emergenziale, solidale, implementativo che affronti, in modo risolutivo, le tante urgenze e criticità, mirante a far uscire l’Avvocatura da una crisi professionale/economica che attanaglia e depotenzia la Categoria Forense ormai da molti anni.
In questa ottica, sono pervicacemente convinto che la nuova strutturazione del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati territoriale potrà fare moltissimo. Come è noto, i COA non si occuperanno più della disciplina – fino a ieri primario compito dell’Istituzione – e quindi, essi COA, potranno diventare una reale “forza” sindacale, aprendo una risolutiva interlocuzione con la Cassa Forense, per ottenere dalla stessa aiuti, moratorie, servizi, ausili per i Colleghi.
La mia proposta – insieme agli Amici/Colleghi della Lista AFEC/MF/ConTe – sarà direzionare l’attività del nuovo COA Roma per ottenere dalla Cassa Forense quanto in appresso:
- una moratoria ed il superamento delle attuali rigidità per cui chi è in arretrato con i contributi e non può accedere ad alcun beneficio, almeno prevedendo la possibilità di pagare mediante la cessione dei crediti;
- la creazione di una funzione di Confidi per l’acquisto/ristrutturazione degli Studi, per l’acquisto delle attrezzature e per le fidejussioni sui contratti di locazione, a tassi non speculativi;
- l’acquisto pro solvendo dei crediti verso clienti confermati – o almeno verso la PA – a tassi non speculativi, costruzione di una struttura che supporti i COA per la gestione del recupero del credito del compenso professionale, vera “piaga” oggi che uccide tanti Studi di Colleghi;
- la possibilità di rivedere totalmente gli sconvolgenti interessi sanzionatori che cadono come una mannaia sui Colleghi in ritardo sui pagamenti previsti;
- costruire un nuovo sistema di pagamento rateale del contributo previdenziale, che abbia un interesse agevolativo, altamente competitivo, che consenta l’adempimento dei Colleghi in un lasso di tempo compatibile con la crisi economica;
- proposizione di una Polizza Sanitaria e di Responsabilità Professionale a costo “politico” per i prossimi 5 anni per tutti gli Iscritti alla Cassa;
- implementazione del piano di programmazione dei fondi previsti dalla Commissione Europea per lo sviluppo delle libere professioni (previsti 350 MILIONI di euro per il programma 2014-2020), cercando di utilizzare esso piano in modo concreto e fattivo in favore dei Colleghi.
Sono tutte iniziative, queste – e tante altre – che non incidono sul patrimonio della Cassa, anzi lo confermano – ad esempio con lo sconto di incassi certi ma non di pronta soluzione (gli Avvocati non possono aspettare, la Cassa si) – e tramuterebbero l’Istituzione previdenziale forense in un Organo al quale gli Avvocati potrebbero, finalmente, rivolgersi, come
una “figura di Famiglia”.
Non è più tempo per i Candidati ai Consigli dell’Ordine di perdersi in sterili diatribe elettorali.
Oggi bisogna proporre ai Colleghi delle soluzioni.
La Lista AFEC/MF/ConTe, che ho l’orgoglio di guidare, attuerà tutto ciò quale PRIMO PUNTO del nostro Programma, ove i Colleghi Romani vorranno conferirci l’onore di avere la Maggioranza del prossimo Consiglio.
Con il mio più caro e cordiale saluto.
Roma 9 febbraio 2015.
Antonio Conte